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Il velo di Agata
Sic erat in fatis Ovidio, Fasti, I,481
Prologo
Tutto ha un inizio
Un tempo, sulle coste di un’isola sperduta nel Mare di mezzo, vivevano un re saggio e suo figlio, un principe bello e valoroso. Una mattina, passeggiando lungo la riva, il futuro re s’imbatté nella fanciulla piú bella che avesse mai visto. Il suo nome era Sicilia e giungeva da lontano, da un regno sconosciuto in cui aveva trascorso un’infanzia felice protetta dall’amore dei suoi genitori. La barca che l’aveva condotta all’isola si era incagliata tra gli scogli dopo un lungo viaggio. Stanca e affamata, Sicilia aveva pensato di avventurarsi nell’entroterra per rinfrancarsi con i frutti che occhieggiavano da un bosco poco distante. Ma, timorosa e smarrita, aveva esitato a spingersi tra gli alberi e si era abbandonata al pianto. Il principe volle consolarla e le offrí la spalla su cui nascondere il viso e dare sfogo alla malinconia. Singhiozzando, Sicilia inizió a narrare le vicende che l’avevano condotta sin lí.
Raccontó di suo padre, il re, e di sua madre, la regina, e di come avessero vissuto felici sino al giorno in cui era arrivato Destino, un tiranno crudele che aveva ordinato al re di sacrificare l’unica figlia se non voleva che i suoi sudditi morissero tra mille tormenti. I reali, sconvolti, non intendevano accettare un cosí mostruoso patto e tentarono in tutti i modi di convincere Destino a desistere dai suoi propositi. Eolo dopo molte suppliche il re e la regina, disperati, ottennero un patto piú mite: Sicilia avrebbe avuto risparmiata la vita, ma sarebbe dovuta partire per una destinazione sconosciuta. Preparata una barca, dopo un ultimo abbraccio con i genitori, Sicilia era stata abbandonata al capriccio dei flutti. Destino aveva guardato soddisfatto l’imbarcazione che si allontanava, ma poi era stato mosso a compassione dal dolore dei genitori. Cosí aveva promesso loro che alla disgraziata fanciulla sarebbe toccata una vita lunga e felice, benché in una terra lontana da cui non avrebbe piú fatto ritorno.
Il malvagio Destino mantenne la promessa: dal giorno in cui s’incontrarono, Sicilia e il figlio del re non si separarono piú e vissero sereni sull’isola ricca di messi e frutti, che prese il nome della graziosa fanciulla.
Nei secoli che seguirono molti approdarono sulle sponde dell’isola privi di speranza, come accadde a Sicilia. E anche per loro, ogni volta si ripeté il miracolo della vita e della fusione in una stirpe unica, frutto di mille incroci.
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